28/10/2010

Il Mondo che ci Circonda nº 935

“Numeri ufficiali nascondono l’omissione dello stato per quanto riguarda le aree indigene”

 

Lo afferma Egon Heck, coordinatore del Cimi nel Mato Grosso do Sul, in una lettera spedita al ministro della Giustizia Luiz Paulo Barreto

 

Ego Heck, coordinatore del Cimi nello stato del Mato Grosso do Sul, spedisce una lettera al ministro della Giustizia, Luiz Paulo Barreto, criticando le sue dichiarazioni que trattano della questione indigena, rilasciate durante un’intervista concessa al giornale Estado de São Paulo, il 3 ottobre scorso. Nell’intervista, il ministro si é espresso per la prima volta, da quando ha assunto il ministero, sulle diverse questioni che coinvolgono i popoli indigeni del paese, specialmente per quanto riguarda le demarcazioni delle loro aree.

 

Al quotidiano Estado de São Paulo, Luiz Paulo Barreto ha detto che, secondo i dati del suo ministero, il 95% delle aree indigene brasiliane sono giá state demarcate. Egon Heck ribatte questa dichiarazione e dice che, secondo i propri indios, i dati non corrispondono alla realtá.

 

“I numeri, largamenete questionabili a partire dai dati raccolti con le comunitá e popoli indigeni, nascondono una terribile omissione del governo, al quale spetta la protezione delle aree e delle risorse naturali in esse incontrate.”.

 

Nella lettera, Ego Heck  afferma che pone le sue critiche al ministro non a partire da um comportamento ideológico, ma a partire da conoscienze acquisite lungo i quase quarant’anni di lavoro assieme alle comunitá indigene del paese e crede che é possibile um progetto alternativo per il Brasile, nel quale i popoli indigeni possano attuare pienamente.

 

Il testo integrale:

 

LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA 

 

Sr. Ministro Luiz Paulo Barreto, 

 

Mi piacerebbe poter fare alcune osservazioni a partire dalle sue recenti dichiarazioni apparse sulla stampa (ESP,3/10/10). Non le faccio a dispetto di atteggiamenti ideologici (come sono, invece, alcune delle sue affermazioni che appaiono nell’intervista), ma a partire da conoscienze di chi, da quasi quarant’anni, lavora con i popoli indigeni e che crede che é possibile e necessário un altro progetto per il Brasile, nel quale i popoli indigeni possono contribuire molto. 

 

Mi preme chiarire che considero i popoli indigeni come attori politici e sociali di grande rilievo. Per cui, senza nessuna visione di paternalismo o tutela, oppure di una visione di zoo umano. Anzi, espressioni simili sono state insistentemente usate dai governi durante la dittatura militare per giustificare l’invasione delle terre degli indios, e darle gratis ai vari fronti di sfruttamento e alle grandi opere perché “uma manciati di indios non possono impedire lo sviluppo”, si diceva all’epoca.

 

Terre-territori o riserve

 

Forse Lei non ha acompagnato, anche perché l’argomento non doveva essere di suo interesse, ma dal 1970, tutte le aree indigene del Brasile dovrebbero giá essere state demarcate. Sono trascorsi piú di trent’anni dal termine stabilito dallo Statuto dell’Indio (Legge 6.001 de 1973) e la grande maggioranza dei processi demarcatori e regolatori delle aree indigene si trovano ancora pendenti, fermi o senza nessun provvedimento. Sono, come minimo, dubbie e false le affermazioni che considerano 95% delle aree indigene regolarizzate. I numeri, questionabili, a partire dai dati raccolti con le comunitá e popoli indigeni nel paese, nascondono una terribile omissione a rispetto delle reali situazioni di queste aree, essendo che la maggior parte si trova invasa da non indios, con l’omissione o la connivenza del governo al quale spetta la protezione e delle stesse e delle risorse naturali in esse contenute.

 

Oltre a questo, le aree che maggiormente soffrono conflitti, come quelle nel Mato Grosso do Sul e, specialmente, quelle dei Kaiowá Guarani con le quali lavoro, piú del 95% necessitano d’essere regolarizzate. É vergognosa e crudele l’omissione e l’abbandono dello stato in merito a questa questione. Adesso, che il processo di identificazione delle aree é alla fine, speriamo che, fino alla fine dell’anno , le relazioni di identificazione siano pubblicate nel Diario Ufficiale dell’Unione (Gazzetta Ufficiale della Repubblica).

 

Lei paragona l’era del paternalismo e della tutela alla “política di demarcazione delle aree indigene” ed é esattamente il contrario. Il paternalismo e la tutela rendono difficle le demarcazioni e non garantiscono le aree indigene. E, quel che é piú grave, stimolano saccheggi e devastazione delle aree giá demarcate.

 

I Guarani nel Mato Grosso do Sul

 

Questa richiesta del presidente Lula non é di oggi. Molte volte Lula ha manifestato questa sua intenzione. É un peccato che la comprensione della soluzione delle aree indigene sia contro i diritti costuzionali di questi popoli e si proponga, semplicemente, “l’acquisto di aree” e, per questo motivo, si proponga di cambiare la Costituzione. Questa soluzione é stata, molte volte, contestata dagli indios e da istanze politiche. É possibile e urgente una soluzione che necessita solo di decisione volontá politica del governo. Esistono giá due progetti di legge nell’Assemblea Legislativa del Mato Grosso do Sul, a partire dai quali si potrebbe dare una soluzione a questa questione ed anche l’indennizzazione ai proprietari riconosciuti legalmente che incidono sulle aree indigene.

 

Signor ministro, perché non approfitta del suo desiderio di garantire le aree indigene dei Guarani, e manda la Polizia Federale per accompagnare la Funai, la Funasa e le organizzazioni indigene, per rompere l’accerchiamento, il carcere privato nel quale é mantenuta  la comunitá dell’Ypoí, nel comune di Paranhos?

 

Non lasci scappare quest’opportunitá di risolvere una delle piú crudeli situazioni dalla quale passano i popoli indigeni, oggi, nel continente. I Guarani Kaiowá stanno cedendo! 

 

Egon Heck

Campanha Povo Guarani Grande Povo

Brasília, 14 de outubro de 2010

Fonte: Cimi
Share this: