Il Mondo che ci Circonda nº 932
Mato Grosso do Sul: non si ferma la violenza contro il popolo Guarani Kaiowá
Ancora una volta l’attenzione dei movimenti indigeni e sociali ed entitá di difesa dei diritti umani e la stampa si rivolgono alla situazione di vioelnza estrema e razzismo ai quali sono sottomessi gli indios Guarani Kaiowá, nel Mato Grosso do Sul. Agressioni, uccisioni e violente, ed anche per mancata assistenza, abbandono e omissione segna la vita di questa popolazione.
Gli índios delle comunitá Y’poí e Ita’y Ka’aguyrusu sono impediti di circolare liberamente e vivono accerchiati. Non possiedono acqua potabile e assistenza sanitária e, la cosa piú grave, sono colpiti dalla fame. Numerosi bambini si sono ammalati, denutriti e spaventati per le azioni dei latifondisti e dei loro vigilantes.
Dovuto a queste violazioni dei diritti della persona, come quella che ha provocato la morte di un bambino di soli tre anni della comunitá di Kurusu Ambá,
Conferenza Episcopale Brasiliana – CNBB ripudia la violenza contro i Guarani Kaiowá
Durante la settimana sono emerse nuove aggressioni contro gli indios Guarani Kaiowá e
Nel documento,
Per
Latifondisti attaccano indos Guarani Kaiowá in Douradina
Martedí scorso (21), un gruppo di 86 famiglie Guarani Kaiowá, dell’accampamento Ita’y Ka’aguyrusu, nel comune di Douradina (MS), é stato violentemente attacado da latifondisti della regione. Secondo Efigênia Guarani Kaiowá, professoressa della comunitá, i latifondisti sono entrati verso le 7 e 30 del mattino, tagliando rami delle piante per fustigare i bambini e le donne. Oltre a questo, hanno sparato fuochi d’artificio per spaventare e ustionare gli indios.
Durante l’invasione, la comunitá spaventata, ha tentato d’entrare in contatto con
L’equipe del Cimi di Dourados é entrata in contatto con
Pare que, attualmente, la situazione sia, apparentemente, piú tranquilla, nonostante il clima di paura rimane visto che, in soli 17 giorni, gli índios sono stati sorpresi 4 volte dalle invasioni dei latifondisti accompagnati da pistoleros armati.
Campagna a favore della comunitá Y’poí
Stanchi d’aspettare informazioni a rispetto della localizzazione del corpo di Rolindo Vera e assistendo attoniti alla libera circolazione degli assassini di Genivaldo, la comunitá Guarani Kaiowá di Ypo’i ha deciso, il 17 di agosto, di riprendere la sua terra tradizionale, da dov’erano stati violentemente espulsi, nel mese di ottobre dello scorso anno.
Dal momento della rioccupazione, le 80 famiglie che vivono nell’area, localizzata nel comune di Paranhos, sulla frontiera con il Paraguai, vivono accerchiate da pistoleiros contrattati da latifondisti della regione. Costantemente minacciate, le famiglie sono impedite di uscire dall’area, rendendo drammatica la loro sopravvivenza.
Attraverso un drammatico SOS, la comunitá chiede al governo brasiliano e a tutta la societá nazionale ed internazionale che possa esere garantito loro il diritto di poter transitare liberamente ed in pace nel loro territorio tradizionale. Gli indios sono riusciti a consegnare personalmente al presidente della repubblica Lula, quando ha visitato lo stato, un documento nel quale spiegano perché sono ritornati alla loro area per cercare il corpo di Rolindo e, poi, continuare a vivere lá.
Difronte alla situazione creata, il Cimi e l’Amnesty International hanno organizzato una campagna per chiedere alla societá che si manifesti attraverso la spedizione di lettere al Ministro della Giustizia ed al segretario Speciale dei Diritti Umani, sollecitando provvedimenti urgenti che pongano un fine alle violenze. Le lettere devo essere spedite entro il 22 di ottobre.
Bambino muore per mancanza di assistenza nel villaggio Kurusu Ambá
Questa settimana, un altro bambino Guarani Kaiowá é morto. Secondo la comunitá indigena, la morte é avvenuta per mancanza di assistenza sanitaria della Fondazione Nazionale dell’Indio (Funai).
In visita alla comunitá Kurusu Ambá, nel comune di Coronel Sapucaia, membri del Consiglio Indigenista Missionario (Cimi) sono stati informati che, in quella comunitá, si trovava un bambino di 3 anni gravemente ammalato. La famiglia dice che, da 20 giorni, il bambino non mangia e non riesce piú a camminare.
I missionari del Cimi hanno trasportato il bambino, la mamma ed un neonato alla Casa della Sanitá Indigena di Amambai, cittá che si trova a 360 chilometri dalla capitale dello stato. Hanno lasciato il piccolo albulatorio verso le ore 12 del 21 ed, il 22 al mattino, hanno ricevuto la notizia che il bambino era deceduto.
Secondo gli indios, varie volte hanno chiesto l’intervento della Funasa che si é rifiutata di intervenire allegando che l’area é palco di conflitti. secondo Inocêncio Guarani, lui stesso ha provveduto a contattare ça Fondazione, ma non é neppure riuscito a farsi ascoltare daí funzionari dell’organo.
Secondo il coordinatore del Cimi del Mato Grosso do Sul, Egon Heck, la morte del bambino é strettamente legata alla mancanza di alimenti e all’accesso dei servizi basici, come quello della sanitá. La comunitá é proibita di pinatare le coltivazioni ed allevare animali da cortile e dipende da donazioni di alimenti che ricevono dalla Fondazione Nazionale dell’Indio. Peró, gli alimenti necessari non sono consegnati regolarmente, ma saltuariamente.