08/10/2010

Il Mondo che ci Circonda nº 932

Mato Grosso do Sul: non si ferma la violenza contro il popolo Guarani Kaiowá

 

Ancora una volta l’attenzione dei movimenti indigeni e sociali ed entitá di difesa dei diritti umani e la stampa si rivolgono alla situazione di vioelnza estrema e razzismo ai quali sono sottomessi gli indios Guarani Kaiowá, nel Mato Grosso do Sul. Agressioni, uccisioni e violente, ed anche per mancata assistenza, abbandono e omissione segna la vita di questa popolazione.

 

Gli índios delle comunitá Y’poí e Ita’y Ka’aguyrusu sono impediti di circolare liberamente e vivono accerchiati. Non possiedono acqua potabile e assistenza sanitária e, la cosa piú grave, sono colpiti dalla fame. Numerosi bambini si sono ammalati, denutriti e spaventati per le azioni dei latifondisti e dei loro vigilantes.

 

Dovuto a queste violazioni dei diritti della persona, come quella che ha provocato la morte di un bambino di soli tre anni della comunitá di Kurusu Ambá, la CNBB ha pubblicato un manifesto dove condanna queste violenze e chiede che siano presi provvedimenti urgenti dal governo brasiliano perché demarchi le aree tradizionalmente occupate da questo popolo.

 

 

Conferenza Episcopale Brasiliana – CNBB ripudia la violenza contro i Guarani Kaiowá

 

Durante la settimana sono emerse nuove aggressioni contro gli indios Guarani Kaiowá e la CNBB ha dichiarato il suo appoggio alla lotta per la garanzia dei diritti di questo popolo. Ieri (22), l’entitá dei vescovi ha emesso  un comunicato nel quale condanna queste violenze e sollecita il governo brasiliano perché metta in atto la demarcazione delle aree tradizionalmente occupate dagli indios del Mato Grosso do Sul.

 

Nel documento, la Conferenza ripudia i casi di violenzaa praticati contro le comunitá Y’poí, nel comune di Paranhos, e Ita’y Ka’aguyrusu, in Douradina. Nella prima, circa 80 famiglie del popolo Guarani Kaiowá si trovano isolate da piú di un mese nella fattoria São Luiz e vivono terrorizzate dalle azioni di uomini armati che accerchiano la comunitá. In quella di Ita’y, um’area rioccupata il 4 di settembre, in soli 17 giorni, la comunitá ha sofferto quattro attentati praticati daí latifondisti della regione.

 

Per la CNBB, quello che é successo si caratterizza come “attacchi a mano armata per intimidire brutalmente gli indios di queste comunitá che si trovano non solo accerchiati, ma impediti di esercitare il diritto di circolare liberamente e privati di beni essenziali per sopravvivere come l’acqua, alimenti, scuola e assistenza sanitaria”.

 

Latifondisti attaccano indos Guarani Kaiowá in Douradina

 

Martedí scorso (21), un gruppo di 86 famiglie Guarani Kaiowá, dell’accampamento Ita’y Ka’aguyrusu, nel comune di Douradina (MS), é stato violentemente attacado da latifondisti della regione. Secondo Efigênia Guarani Kaiowá, professoressa della comunitá, i latifondisti sono entrati verso le 7 e 30 del mattino, tagliando rami delle piante per fustigare i bambini e le donne. Oltre a questo, hanno sparato fuochi d’artificio per spaventare e ustionare gli indios.

 

Durante l’invasione, la comunitá spaventata, ha tentato d’entrare in contatto con la Polizia Federale, senza peró ottenere risposta. É la quarta volta che i latifondisti invadono l’area, spaventando e aggredendo gli indios. secondo Efigênia, una donna ha rotto la gamba mentre correva per sfuggire agli pari diretti verso di lei. Nel terzo tentativo di espellere gli índios, i latifondisti hanno tentato d’investirli con i loro fuoristrada e gli índios hanno risposto lanciando frecce.

 

L’equipe del Cimi di Dourados é entrata in contatto con la Fondazione Nazionale dell’Índio (Funai) nella regione e con il Pubblico Ministero Federale di Dourados, perché misure urgenti siano adottate. Alcune ore dopo, il PMF, assieme allá Polizia Federale sono intervenuti per mediare un accordo ed i latifondisti hanno abbandonato l’area.

 

Pare que, attualmente, la situazione sia, apparentemente, piú tranquilla, nonostante il clima di paura rimane visto che, in soli 17 giorni, gli índios sono stati sorpresi 4 volte dalle invasioni dei latifondisti accompagnati da pistoleros armati.

 

Campagna a favore della comunitá Y’poí

 

Stanchi d’aspettare informazioni a rispetto della localizzazione del corpo di Rolindo Vera e assistendo attoniti alla libera circolazione degli assassini di Genivaldo, la comunitá Guarani Kaiowá di Ypo’i ha deciso, il 17 di agosto, di riprendere la sua terra tradizionale, da dov’erano stati violentemente espulsi, nel mese di ottobre dello scorso anno.

 

Dal momento della rioccupazione, le 80 famiglie che vivono nell’area, localizzata nel comune di Paranhos, sulla frontiera con il Paraguai, vivono accerchiate da pistoleiros contrattati da latifondisti della regione. Costantemente minacciate, le famiglie sono impedite di uscire dall’area, rendendo drammatica la loro sopravvivenza.

 

Attraverso un drammatico SOS, la comunitá chiede al governo brasiliano e a tutta la societá nazionale ed internazionale che possa esere garantito loro il diritto di poter transitare liberamente ed in pace nel loro territorio tradizionale. Gli indios sono riusciti a consegnare personalmente al presidente della repubblica Lula, quando ha visitato lo stato, un documento nel quale spiegano perché sono ritornati alla loro area per cercare il corpo di Rolindo e, poi, continuare a vivere lá.

 

Difronte alla situazione creata, il Cimi e l’Amnesty International hanno organizzato una campagna per chiedere alla societá che si manifesti attraverso la spedizione di lettere al Ministro della Giustizia ed al segretario Speciale dei Diritti Umani, sollecitando provvedimenti urgenti che pongano un fine alle violenze. Le lettere devo essere spedite entro il 22 di ottobre.

 

Bambino muore per mancanza di assistenza nel villaggio Kurusu Ambá

 

Questa settimana, un altro bambino Guarani Kaiowá é morto. Secondo la comunitá indigena, la morte é avvenuta per mancanza di assistenza sanitaria della Fondazione Nazionale dell’Indio (Funai).

 

In visita alla comunitá Kurusu Ambá, nel comune di Coronel Sapucaia, membri del Consiglio Indigenista Missionario (Cimi) sono stati informati che, in quella comunitá, si trovava un bambino di 3 anni gravemente ammalato. La famiglia dice che, da 20 giorni, il bambino non mangia e non riesce piú a camminare.

 

I missionari del Cimi hanno trasportato il bambino, la mamma ed un neonato alla Casa della  Sanitá Indigena di Amambai, cittá che si trova a 360 chilometri dalla capitale dello stato. Hanno lasciato il piccolo albulatorio verso le ore 12 del 21 ed, il 22 al mattino, hanno ricevuto la notizia che  il bambino era deceduto.

 

Secondo gli indios, varie volte hanno chiesto l’intervento della Funasa che si é rifiutata di intervenire allegando che l’area é palco di conflitti. secondo Inocêncio Guarani, lui stesso ha provveduto a contattare ça Fondazione, ma non é neppure riuscito a farsi ascoltare daí funzionari dell’organo.

 

Secondo il coordinatore del Cimi del Mato Grosso do Sul, Egon Heck, la morte del bambino é strettamente legata alla mancanza di alimenti e all’accesso dei servizi basici, come quello della sanitá. La comunitá é proibita di pinatare le coltivazioni ed allevare animali da cortile e dipende da donazioni di alimenti che ricevono dalla Fondazione Nazionale dell’Indio. Peró, gli alimenti necessari non sono consegnati regolarmente, ma saltuariamente.

 

Fonte: Cimi
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