20/07/2010

Il Mondo che ci circonda nº 922

Leaderes uniti contro il processo di criminalizzazione dello stato della Bahia

 

Índios Tupinambá, Pataxó Hã Hã Hãe, Tuxá, Kiriri e Paiaia protestano contro il processo di criminalizzazione di leaderes indigeni e chiedono che le autoritá provvedano alla scarcerazione del capo villaggio Babau e di suo fratello.

 

Dal giorno della detenzione del leader di spicco Tupinambá della comunitá di Serra do Padeiro, comune de Buerarema (BA), Rosivaldo Ferreira da Silva, conosciuto come cacique Babau, i leaderes del sud dello stato vivono nel timore e sempre reclusi nei loro villaggi. Da marzo, gli alunni dei villaggi non frequentano la scuola media, mese nel quale Babau é stato arrestato, di notte, nella sua casa, dalla Polizia Federale.

 

Le minacce rivolte agli indios dai latifondisti, dai pistoleros e addirittura dalla gente della regione, sono costanti. I leaderes hanno dovuto sospendere la partecipazione dei ragazzi alle lezioni dovuto alle costanti minacce. Minacce anche di incendiare il bus scolastico che li trasportava cuotidianamente. Giovani indios che frequentano l’universitá sono stati costretti a sospendere il corso perché soffrivano minacce addirittura dentro la propria classe.

 

Stanchi di aspettare una soluzione che non é ancora apparsa, i leaderes indigeni della regione hanno provveduto unirsi per rivendicare allo stato e alla federazione risposte urgenti. La seconda settimana di luglio, circa 300 leaderes si sono accampati negli spazi dell’Assemblea Legislativa dello stato della Bahia e della Segreteria di Giustizia, in Salvador.

 

I leaderes indigeni rivendicano che siano presi provvedimenti per coibire i costanti attacchi dei quali sono vittime che, molto volte, sono praticati dalla stessa Polizia Federale, organo che, paradossalmente, dovrebbe garantire la loro sicurezza. Chiedono anche che si ponga fine al processo di criminalizzazione della lotta di rivendicazione promossa dai loro popoli che mira riavere i loro territori tradizionali.

 

La lotta giuridica per la scarcerazione dei leaderes Tupínambá

 

Il 15 di luglio, una commissione di leaderes Pataxó Hã Hã Hãe e Tupinambá si é riunita con la presidente del Tribunale di Giustizia della Bahia, Drª Telma Britto. Durante l’incontro, hanno trattato del crescente processo di criminalizzazione dei quali sono oggetto i popoli indigeni nello stato, una situazione decorrente dalla loro lotta per riavere i territori tradizionali. I leaderes hanno dimostrato alla presidente l’importanza culturale delle loro terre che sono, per loro, fonte di vita materiale e spirituale.

 

Sensibilizzata dall’esposizione fatta dagli indios, la presidente del TJBA ha espresso il suo pensiero circa la necessitá di agevolare la distribuzione degli habeas corpus in transito nel Tribunale che hanno relazione con la lotta del popolo Tupinambá ed anche i nuovi habeas corpus presentati oggi, uno innoltrato dalla segreteria giuridica del Cimi, elaborato da Patrícia Rodrigues Santos Moraes.

 

La commissione di leaderes ha anche incontrato il giudice responsabile degli habeas corpus, Dr. Jeffeson Alves de Assis. Secondo il magistrato, il primo HC presentato dalla Funai, é all’analisi del Pubblico Ministero e aspetta la redazione di un parere. Il giudice ha affermato che, caso il PM emetta il giudizio in una settimana, gli HC potranno essere giudicati giovedí prossimo (giorno 22).

 

Il 12 luglio, la commissione di leaderes si é riunita con la segretaria di Giustizia della Bahia, Lucina Tannue e con il sottosegretario di Sicurezza Pubblica dello stato, Ary Pereira. Il sottosegretario ha proposto la realizzazione di una udienza pubblica nella cittá di  Buerarema, per chiarire, assieme alla gente di quella cittá, la situazione creata, con l’obbiettivo di porre un fine alle pratiche di incitamento contro gli indios della regione, una pratica promossa dai latifondisti e dalla stampa di quella regione.

 

Patrícia Pataxó, studente di diritto, ha recentemente partecipato della Conferenza dell’ONU, difendendo i diritti dei popoli indigeni assieme a rappresentanti del CIMI, della CPT, dell’MST e del Forum per la Lotta per Terra Lavoro e Cittadinanza della Regione del Cacao.

 

Il sottosegretario di Sicurezza Pubblica dello stato, Ary Pereira, ha garantito alla commissione indigena che saranno realizzate investigazioni per appurare le denunce fatte dai rappresentanti della comunitá Serra do Padeiro che hanno riferito circa il coinvolgimento di poliziotti civili nell’attentato alla vita di Babau e di altri membri della sua famiglia. Il sottosegretario ha anche affermato che, se sará necessario, invierà di stanza un contingente di poliziotti per garantire l’integritá della comunitá, considerando che la stessa si trova accerchiata dentro la propria area.

 

Per i leaderes é sconcertante costatare come la Polizia Federale ha agito con le comunitá indigene. Loro sostengono che "é necessario porre un fine a questa situazione di minacce e attentati alle nostre comunitá. Ci stanno trattando come pericolosi banditi, mentre i veri banditi vivono liberi e liberi di praticare crimini e non gli succede niente"!

 

Secondo i leaderes, esiste omissione nell’appurare le denunce e la mancanza di impegno del potere pubblico in rapporto alle rivendicazioni degli indios nello stato della Bahia. Tainã Andrade Tupinambá afferma che "quello che piú ci sdega, é vedere che le denunce sono innoltrate, sono provate le irregolaritá e ninte é stato fatto. Un esempio é l’arresto del capo villaggio Babau e dei suoi fratelli, detenzioni ripiene di irregolaritá e, nonstante questo, loro continuano detenuti in prigione. Vogliamo che siano scarcerati!".

Fonte: Cimi
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