21/06/2010

Il Mondo che ci circonda nº 918

Rosivaldo Ferreira da Silva, conosciuto come capo villaggio Babau e suo fratello Givaldo Jesus da Silva, anche lui leader del popolo Tupinambá, sono stati trasferiti, la notte del giorno 16 giugno, al carcere della Polizia Federale di Mossoró, stato del Rio Grande do Norte. Di lá, saranno riportati al carcere della Polizia Federale della cittá di Ilhéus da dove furono prelevati il 16 di aprile.

 

I due leaderes rimarranno ad Ilhéus fino a quando il giudice del Distretto di Buerarema, Antônio Higyno, che decretó la loro custodia cautelare il 12 aprile, definisca quale sará la prigione dello stato nella quale saranno detenuti a disposizione della giustizia.

 

L’8 di giugno, per la maggioranza di voti, assecondando il voto del giudice federale Guilherme Mendonça, del 3º Gruppo del tribunale Federale della 1ª Regione ha giudicato valida la richiesta della scarcerazione di Babau e di suo fratello. Nel giudizio, sull’orientazione del giudice Tourinho Neto, il Gruppo ha revocato i due decreti di detenzione cautelare essendo spirato il tempo legale. Secondo l’argomento, la polizia Federale disporrebbe di 81 giorni per terminare l’inchesta, ma i giorni trsacorsi dagli indios in prigione passavano di 90.

 

La decisione del 3º Gruppo abbraccia i due habeas corpus, uno presentato dalla Fondazione Nazionale dell’Indio (FUNAI) e l’altro dal pubblico Ministero Federale dello stato della Bahia (MPF/BA), titolare dell’azione penale che, in questo caso, ha inteso non aver indizi su babau e Givaldo sulle imputazioni portate dalla Polizia Federale della cittá di Ilhéus.

Nonostante che il TRF del 1º Distretto abbia garantito a Babal e Gil la possibilitá di rispondere all’inquisizione in libertá, l’ordine di carcerazione spedito dal giudice Higyno mantiene i leaderes Tupinambá agli arresti. L’ordine del giudice statale si basa su fatti e indagini definiti dalla polizia Federale che procedono da informazioni e denunce fatte da latifondisti, dai loro funzionari e da contadini della terra Indigena Tupinambá.

 

Babau, Givaldo, Glicéria – arrestata il 3 giugno assieme a fuo figlio di due mesi mentre ritornada da uma riunione della Commissione Nazionale di Politica Indigenista (CNPI), a Brasilia, capitale del Brasile – ed altri leaderes Tupinambá sono stati arrestati dal commissario della Polizia Federale di Ilhéus, Dr. Fábio de Araújo Marques. I crimini dei quali sono accusati sono “formazione di banda armata, estorsione ” (Arti. 288 e 158 del Codice Penale Brasiliano).

 

Il capo villaggio Babau e altri leaderes Tupinambá, specialmente quelli che sono sotto processo, hanno capeggiato le mobilizazzioni e lotte del loro popolo per il riconoscimento del loro territorio tradizionale. Un popolo indigeno, quando lotta per l’applicazione dei suoi diritti costituzionali fondamentali, non si “associa col fine di commettere crimini”. Con lo stesso intuito, il popolo Tupinambá si é impegnato perché il programma del governo federale “Energia Elettrica per Tutti”, anche se impedendo ad un veicolo della compagnia di energia di uscire dal villaggio e negoziando con le autoritá responsabili del Progetto, non é considerato un crimine di estorsione perché “ non esiste l’intuito di ottenere per se e per altri indovuto beneficio economico” (Arti. 288 e 158 del Codice Penale Brasiliano).

 

L’esecurione dell’ordine d’arresto dello stato ella Bahia ai tre leaderes Tupinambá realizzato dalla polizia Federale, mostra la banalizzazione della custodia cautelare, in un atto che é un vero affronto allo Stato Democratico di Diritto. Il principio della presunzione di innocenza o qualsiasi altro principio costituzionale, sono ignorati e dimostrano un tipico caso di “criminalizzazione” del legittimo e democratico movimento che mira l’osservanza della Costituzione Federale che prevede il riconoscimento ufficiale della Terra Indigena Tupinambá e l’effettivazione dei diritti degli indios.

 

La Polizia Federale utiolizza indistintamente, da tempo, lo stesso corollario di interventi ed investigazioni per ottenere la prigione dei leaderes Tupinambá attraverso la Giustizia Federale  e quello Stato della Bahia. La denuncia di questi fatti é stata presentata all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Il coordinatore generale della Difesa Istituzionale della Polizia Federale, commissario Marcos Aurélio Pereira de Moura, ha affermato che i fatti raccontati di abuso che conivolgono la Polizia Federale contro gli indios Tupinambá sono stati distorti.

 

La prigione

 

Babau  é stato arrestato all’alba del 10 di marzo, mentre dormiva accanto a sua moglie ed a suo figlio. L’azione della Polizia federale é avvenuta in modo illegale, com l’evidenza della violazione di domicilio e per l’azione di poliziotti senza divisa. Babau é stato arrestato alle 2 e mezza del mattino, ma é stato imprigionato molte ore dopo. Alcuni giorni dopo, sul volto di Babau si notavano vari ematomi e lo stesso indio accusava forti dolori ai reni.

 

Anche il fratello di Babau, Givaldo Jesus da Silva, é agli arresti cautelari per decisione del giudice federale Pedro Holliday. É stato arrestato mentre lasciava la macchina dal meccanico, nella cittá di Buerarema. I due fratelli sono stati trasferiti, il 16 di aprile, alla prigione federale di massima sicurezza in Mossoró, nello stato del Rio Grande do Norte.

 

Il 3 di giugno, festa di Corpus Christi, anche Glicéria Jesus da Silva, sorella di Babau, é stata arrestata con suo figlio di due mesi dalla Polizia Federale all’aereoporto di Ilhéus. Glicéria ritornava dopo aver partecipato alla riunione della Commissione Nazionale di Politica Indigenista (CNPI), nella capitale, dove aveva denunciato al presidente Luís Inácio Lula da Silva il processo di criminalizzazione sofferto dal suo popolo.

Fonte: Cimi
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